In Valle d’Aosta si stagliano fra pochi mesi le elezioni regionali 2025 per il rinnovo del Consiglio della Valle. Mi piace chiamare così il Consiglio regionale valdostano, perché questa è stata la suggestiva dizione scelta nel Decreto legislativo Luogotenenziale 7 settembre 1945, n. 545 agli albori della stagione politica che ancora stiamo vivendo.
In quei 23 articoli ci sono le radici di una Valle d’Aosta risorta dopo il Ventennio fascista e la Resistenza e quella assemblea fu il segno di una nuova stagione democratica. Va detto per onestà che i valdostani speravano in qualche cosa di più e anche per questo, per protesta, nacque l’Union Valdôtaine. Il primo Consiglio della Valle d’Aosta di nomina del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) si riunì il 24 dicembre 1945.
Era un organo provvisorio dopo la Liberazione, durante la transizione istituzionale verso la Repubblica Italiana, nata ufficialmente il 2 giugno 1946, quando gli italiani, attraverso un referendum istituzionale, scelsero tra Monarchia e Repubblica come forma di governo.
In contemporanea venne votata quella Costituente che, attraverso l’articolo 116 della Costituzione, votò lo Statuto di autonomia della Valle, entrato in vigore il 26 febbraio 1948, con la promulgazione della legge costituzionale n. 4 del 1948.
Il primo Consiglio regionale della Valle d’Aosta, eletto direttamente dai cittadini, fu di conseguenza votato il 24 aprile 1949, in occasione delle prime elezioni regionali. La prima seduta si tenne il 13 luglio 1949. Durante questa riunione inaugurale, il Consiglio iniziò ufficialmente i suoi lavori, segnando l’inizio dell’autonomia regionale prevista dallo Statuto speciale approvato - come dicevo - l’anno precedente.
Disse il primo Presidente della Regione post Statuto, Séverin Caveri: “Nous devons ensemble continuer le chemin que nous avons commencé, avec le pas lent mais constant du montagnard: dans la mémoire d'Emile Chanoux et de tous les morts sur la montagne, nous devons servir le Pays, en lui offrant l'accomplissement du devoir de chaque jour, nos amertumes et nos espérances”.
Purtroppo la competenza sulle elezioni del Consiglio furono regolate da una legge dello Stato. Così per queste prime elezioni si adoperò il sistema elettorale per le elezioni provinciali entrato in vigore nel 1924 seppur mai utilizzato per l'instaurarsi della dittatura. Si votò con un sistema elettorale maggioritario plurinominale che, assegnando ad ogni elettore ben 28 voti di preferenza, seppur distribuibili a candidati anche di liste contrapposte secondo il cosiddetto "panachage" o voto disgiunto, comportava l'assegnazione dell'80% dei 35 seggi alla lista col maggior numero dei voti e il restante 20% alla seconda, con l'esclusione di tutte le altre.
Nel 1954 venne adottato un correttivo adottato, dopo le critiche dell'opposizione, riguardava e ciò riguardava solo la proporzione del numero dei seggi attribuiti: 25 seggi (invece di 28) alla lista vincente e 10 alla seconda.
Per effetto del "panachage" anche una terza lista, quella dell'Union Valdôtaine, ottenne un seggio, dal significato particolare: venne infatti eletta Marie-Céleste Perruchon Chanoux, la vedova di Émile Chanoux, martire della Resistenza.
Nella consultazione elettorale del 1963 , per la prima volta e dopo una lunga battaglia politica, si votò - sempre con una legge dello Stato - con un sistema elettorale proporzionale puro e con la possibilità di esprimere un massimo di tre preferenze personali, ma tutte all'interno della stessa lista.
E questo proseguì nelle cinque Legislature successive con elementi di instabilità.
La “rivoluzione”, di cui posso prendermi il merito, avvenne con la legge costituzionale n. 3 del 1989, che diede alla Valle d’Aosta finalmente la competenza sulle proprie elezioni e una legge regionale venne applicata per le elezioni del 1993.
Altro scatto, che seguii passo a passo da Deputato, fu la legge costituzionale 31 gennaio 2001, n. 2., che modificò lo Statuto, dando ampia libertà alla Valle non solo sulla legge elettorale ma sulla forma di governo, rafforzando la nostra specialità.
Questa in sintesi la storia di ben 17 Legislature e ora ci prepariamo alla 18esima, che avviene nel ricordo degli eventi che 80 anni fa sostanziarono quel che oggi è la Valle d’Aosta.
È quanto ci obbliga a prepararci ad elezioni senza troppi nervosismi e avendo un pieno senso di responsabilità in anni difficili con scenari cupi. Ciò prevede un grande senso si responsabilità, prescindendo dalle proprie idee politiche.
Un piccolo segno sarebbe una modifica elettorale fatta in tempo per il prossimo Settembre che almeno faccia scomparire l’obbrobrio della preferenza unica.