Sono più di cinquanta i Santi che sono celebrati come patrono nei 74 Comuni valdostani ed è il segno di un’antica e plurima devozione popolare.
Spiccano, comunque e fra tutti, il Patrono della Diocesi, San Grato, Sant’Orso che è legato alla famosa Foire, mentre i celeberrimi e gerarchicamente più illustri Sant’Anselmo (Dottore della Chiesa) e San Bernardo (patrono dei montanari e degli alpinisti) sono in fondo un po’ meno valorizzati rispetto invece al peso storico e l’autorevolezza che hanno avuto.
Parte del debito nei confronti di riconoscenza verso Sant’Anselmo venne coperto con la serie ricchissima di celebrazioni e manifestazioni in Valle d’Aosta in occasione del Nono del centenario della sua morte che ricorreva il 21 aprile 2009.
Per me il momento più bello fu una manifestazione svoltasi il 21 aprile 2006 nella cattedrale inglese di Canterbury, nella città del Kent dove il Santo mori, appunto il 21 aprile 1109, all'età di settantasei anni, quando ne era illustre arcivescovo. Parlai da Presidente della Valle dentro la cattedrale, con evidente emozione, in inglese e francese ( c’erano le suore francesi di Notre-Dame du Bec, dove Anselmo fu abate) durante la celebrazione con la benedizione di un altare-sepolcro donato dalla Valle d'Aosta e realizzato in marmo verde delle cave valdostane dall'artista londinese Stephen Cox.
Ora si sta celebrando San Bernardo, partendo dal millenario della sua nascita e poi dai cento anni dalla proclamazione del Santo come patrono delle Alpi da parte di Pio XI, Papa Ratti, grande alpinista anche sulle montagne valdostane. Episodio che in una recente visita ha ricordato Papa Francesco, che ha ospitato in Vaticano valdostani e vallesani, per ricordare il Santo delle montagne.
m Da poco è uscito, nel quadro delle iniziative in corso un bel libro, curato dal caro amico Enrico Rizzi , storico di fama con cui anni fa per primi riflettemmo sulla necessità di una sintesi della figura di Bernardo a più mani, che scavasse nella figura di questo “nostro “ Santo. Dico nostro perché in uno dei contributi lo scomparso e grandissimo storico Paul Guichonnet racconta come nacque il falso storico dei nobili dei de Menthon in Savoia che cercarono di farne un loro avo, essendo invece San Bernardo indubitabilmente valdostano e assolutamente non legata al castello sul lago di Annecy. Resta ancora in giro questa bugia…
Lo stesso Rizzi, nel suo testo introduttivo, ricorda come assai probabilmente Bernardo e Anselmo fossero parenti e si conoscessero ad Aosta, pur avendo poi preso strade diverse. Questo scritto si occupa con grande minuzia di mettere assieme il puzzle della vita del Santo non sempre semplice da ricostruire anche perché non ha lasciato documenti diretti, che abbondano, invece, per Sant’Anselmo. Spicca naturalmente la costruzione dell’Ospizio del Gran San Bernardo, a lui dedicato e da lui voluto, che ha dato il nome anche alla razza canina che presidiava il passo lungo l’asse della via Francigena, che partiva - pensiamo al caso - proprio da Canterbury in un singolare fil rouge fra Santi!
Seguono una dotta ricostruzione della Valle d’Aosta nel XI secolo di Joseph-Gabriel Rivolin e un interessante contributo sul Novarese e il culto di San Bernardo dal Medioevo alla prima età moderna.
Si aggiungono sull’iconografia del Santo due contributi, uno del Prevosto dei Canonici del San Bernardo, Jean-Pierre Voutaz che racconta della congregazione, di Fiorella Mattioni Carcano lato piemontese e Roberta Bordon da quello valdostano.
k Alessandra Vallet presenta i vari lavori della Soprintendenza valdostana per i Beni e le attività culturali, mentre lo stesso Rizzi chiude con un vasto affresco sul ruolo degli ospizi alpini. Speriamo che il libro venga al più presto trasferito da pubblicazione pubblica celebrativa in una pubblicazione in vendita e aperta al grand public.
Credo sarebbe una scelta meritevole, che farebbe uscire da un certo cono d’ombra il grande Santo e le sue gesta, ricche di aspetti aneddotici e favolistici (straordinaria la lotta contro il Diavolo!), ma anche di un insieme di storie personali e collettive che rendono in modo vivido cosa fosse il complesso e affascinante mondo medioevale sulle Alpi.