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22 lug 2025

I ghiacciai che soffrono

di Luciano Caveri

I negazionisti del cambiamento climatico hanno le loro idee nel tentativo goffo di minimizzare o persino cancellare la responsabilità delle attività umane nei mutamenti in corso.

Questo vale anche per i ghiacciai e per il loro scioglimento. La loro tesi principale è in generale che il clima terrestre sia sempre stato soggetto a cicli naturali di riscaldamento e raffreddamento, con ere glaciali alternate a periodi più caldi.

Quindi, lo scioglimento attuale dei ghiacciai sarebbe semplicemente parte di questi cicli naturali, non influenzato significativamente dalle attività umane. Ad esempio, si citano periodi storici come il Periodo Caldo Medievale per suggerire che i ghiacciai erano già diminuiti in passato senza l'intervento umano.

Purtroppo non è così e chi vive in Valle d’Aosta, anche nel caso in cui non abbia nessuna nozione scientifica del fenomeno, lo constata con facilità, essendo la mia piccola Regione terra di ghiacciai, da cui è stata forgiata nella sua attuale orografia.

Chi appartiene alla mia generazione si é visto sciogliere i ghiacciai sotto i piedi. Quando capitò in zone del Monte Rosa, del Monte Bianco e del Gran Paradiso non ho bisogno di dati che dimostrino quanto sta avvenendo. Basta la mia memoria per ricordare ghiacciai ben diversi, oggi arretrati e sostituiti da pietraie.

Non è un problema solo paesaggistico ma di sostanza.

Ci riflettevo l’altro giorno, profittando del sistema funiviario chiamato Matterhorn Alpine Crossing, entrato in funzione il 1° luglio 2023, che completa il percorso esclusivamente funiviario e non solo più sci ai pieditra Breuil Cervinia e Zermatt con una durata di una novantina di minuti, se non si calcolano le soste e si passa da una funivia all’altra. Questo è stato permesso da moderna funivia trifune, che collega la stazione svizzera Matterhorn Glacier Paradise (Piccolo Cervino, 3.883 m) con la stazione italiana Plateau Rosa / Testa Grigia (3.458 m).

L’aspetto istruttivo di questo straordinario e spettacolare itinerario è nel godere dell’alta montagna e delle sue bellezze, come già avveniva con il sistema gemello fra Courmayeur e Chamonix, ma adoperabile solo d’estate attraverso la Funivia dei Ghiacciai nota anche come Liaison, impianto a fune che collega Punta Helbronner (3.466 m, Valle d’Aosta) a Aiguille du Midi (3.777 m, Francia), attraversando il massiccio del Monte Bianco e il ghiacciaio del Gigante, anch’esso sofferente come quelli sul confine con la Svizzera.

Lo scioglimento dei ghiacciai causa diversi danni significativi, con impatti ambientali, sociali ed economici non solo sulle zone di montagna. Basti pensare alle zone costiere con l’innalzamento per lo scioglimento dei ghiacciai terrestri (come quelli in Groenlandia e Antartide).

Facile ricordare - proprio in una Regione come la nostra con piovosità scarsa - come i ghiacciai siano riserve cruciali di acqua dolce per i diversi usi, compreso l’idroelettrico. Gli habitat glaciali e periglaciali scompaiono, minacciando specie adattate al freddo e questo ha ripercussioni su flora e fauna (i boschi saliranno di quota).

La perdita di ghiaccio riduce l'effetto albedo (riflessione della luce solare), accelerando il riscaldamento globale. Ciò intensifica fenomeni come tempeste, siccità e ondate di calore.

Lo scioglimento dei ghiacciai può causare frane, valanghe e inondazioni improvvise in regioni montuose come le Alpi, mettendo a rischio comunità locali con conseguenze anche nelle successive zone pianeggianti e creando costi per tutte le opere necessarie di contenimento e di prevenzione e per le nuove prospettive per il turismo montano nelle stazioni dove non ci sarà più neve.

Insomma: prospettive preoccupanti, cui sembra non corrispondere una volontà degli Stati del mondo di un idem sentire e obbligo di lavorare - specie sulle Alpi - sempre di più sull’adattamento a quel che sta avvenendo e che verrà.