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08 apr 2025

Il detto: “Sogno o son desto?”

di Luciano Caveri

Durante la mia vita ho affrontato difficoltà, come capita a tutti, e ciò è avvenuto nel privato e anche nel mio impegno pubblico.

Ma ho sempre cercato di affrontaree le cose da risolvere, cercando soluzioni ai problemi e talvolta sbrogliando matasse.

Certo ci possono essere passaggi che comportano rassegnazione come può essere un lutto da subire, un incidente da incassare o una malattia da combattere. Comunque sia, si cerca di ricominciare. Questo è un tratto della natura umana che ci ha permesso di spiccare nel mezzo della Natura.

Eppure adesso, conscio di appartenere a generazioni cresciute nel dopoguerra in Europa in un periodo privilegiato con un salto da un Millennio all’altro, vivo un certo smarrimento rispetto a certi punti fermi. Il cambiamento è sempre fatto da adattamenti conseguenti, ma qualche angoscia allegata bisogna pur confessarla.

Viene da chiedersi: sogno o son desto? La frase ha un’origine letteraria. Figura nella “Gerusalemme liberata” di Torquato Tasso, un poema epico cinquecentesco. Il cavaliere Rinaldo esce dall’incantesimo della maga Armida che lo aveva stregato e si trova in un momento di confusione fra sogno e realtà, illusione e verità.

Mi sento un pochino come lui nella situazione in cui siamo immersi e mi capita la notte, quando capita nel dormiveglia di immaginarsi scenari che all’alba sono svaniti come se fossero stati null’altro che incubi, di chiedermi davvero come siano possibili certi avvenimenti che mi lasciano stranito.

Sfilano in piazza, sotto diverse forme, i nemici della democrazia.Si inneggia ad Hamas, si dice che la colpa se i russi hanno aggredito l’Ucraina è degli ucraini, silenzio su regimi liberticidi come l’Iran.

Gli Stati Uniti, la più grande democrazia occidentale, nelle mani di Trump, vacilla con atteggiamenti incredibili – come la storia dei dazi – con mille altri fronti aperti dalla logica compulsiva di una persona che sembra aver perso ragionevolezza (per usare un eufemismo).

L’Occidente sembra il miglior nemico dell’Occidente! Principi costituzionali elementari, frutto di una lunga storia e direi lotta del passato, vengono svuotati come nulla fosse e la tentazione autocratica emerge, sbilanciandosi verso nuove forme di dittatura che da soft potranno trasformarsi in orrori già vissuti nel Novecento. L’impressione è che le lezioni e i prezzi pagati siano oggetto ormai di un inspiegabile oblio.

Spetta all’Europa un sussulto ed è bene che chi crede nel processo d’integrazione europea acceleri sul punto e che chi non ci crede venga lasciato per strada. I peggior nemici sono quelli che dall’interno erodono valoro ed idee con un lavoro pericoloso. Per altro certa instabilità politica di Stati come Francia e Germania sono un peso enorme in negativo.

Il Parlamento italiano vive una agonia rispetto al proprio istituzionale, ormai privato di poteri elementari a vantaggio di una debordante decretazione d’urgenza e da un uso strumentale del voto di fiducia.

La Lega è saldamente posizionata su posizioni di estrema destra, seguendo il pifferaio magico Salvini. Fratelli d’Italia è un partito personalista nelle mani della Meloni, seguendo un processo di svuotamento in corso da anni della “forma partito”. La Schleintiene il PD nelle sue mani con posizioni ondivaghe, inseguendo Conte che ormai rappresenta con i suoi Cinque Stelle il populismo allo stato puro. Forza Italia si barcamena con spirito europeista spento regolarmente dai suoi alleati di governo.

Gli estremi, destra o sinistra ammesso che la catalogazione mantenga un senso, sono uniti in questo lavoro di smantellamento e l’elettorato sceglie l’astensionismo, abbandona l’impegno politico, subisce dal mondo informativo digitale imperante un flusso ininterrotto di menzogne mascherate da verità. Cresce una sorta di ignoranza diffusa, che mina l’idea di una democrazia partecipata, informata e consapevole.

Sono fantasmi che mi agitano e di fronte ai quali in certi momenti mi sprofondano nel dispiacere.

Poi, per fortuna, penso che è proprio in questa situazione che bisogna mettere assieme le forze e spetta a chi ha avuto la fortuna di accumulare esperienza di mantenere la necessaria lucidità.