Ieri mattina una fitta e inusuale nebbia avvolgeva il mio percorso stradale quotidiano per raggiungere Aosta. Già, la nebbia. Ha scritto Daniele Del Giudice: “La nebbia era una nube infeconda, così la pensava Aristotele, non fidatevi del suo carattere avvolgente, pervadente, quell'acqua è solo umidità, non è pregnanza di pioggia che feconda i campi e gonfia il corso dei fiumi”.
Questo inizio giornata mi è parsa una tetra profezia, dopo l’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump. Non si tratta di essere di destra, di sinistra, di centro, di sopra o di sotto. Chiunque abbia ascoltato le parole del Presidente della Repubblica ha la netta impressione di doversi allacciare strette le cinture di sicurezza in vista di un volo, cioè una Presidenza, piena di turbolenze.
Questo vale per i pochi trumpiani valdostani che festeggiano inconsapevoli di danni che impatteranno anche da noi, tipo i dazi che il nuovo Presidente imporrà anche all’Italia.
Strano sistema la democrazia, che dovrebbe essere un’assicurazione sulla vita contro personaggi pericolosi e ambigui. Invece anche nella vecchia e onorata democrazia americana il giocattolo si è rotto e ti trovi con l’inquietante accoppiata Trump-Musk, la cui bizzarria crea mille interrogativi e preoccupazioni.
Il federalismo americano, fatto di equilibrio di poteri e di regole spesso assai originali rispetto alle Istituzioni europee, sembrava essere – e lo era anche per me – una garanzia che non ci potessero essere salti nel vuoto, che si sarebbero poi ripercossi nel mondo intero. L’impressione, purtroppo, è che certi meccanismi ben oliati si siano inceppati.
Questo si riverbera anche sul tradizionale atlantismo dell’Europa. Ricordo come l’atlantismo sia una corrente politico-ideologica e una strategia di politica internazionale che promuove la cooperazione e l’alleanza tra i Paesiq situati sulle due sponde dell’Atlantico, in particolare tra l’Europa e gli Stati Uniti. Si basa sulla condivisione di valori comuni, come la democrazia, i diritti umani e l’economia di mercato, ed è strettamente legato al concetto di sicurezza collettiva e difesa comune, spesso incarnato nella NATO (Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord).
Che il meccanismo scricchiolasse lo si era già visto con la sciagurata scelta del Regno Unito di effettuare la Brexit, vale a dire un’uscita dall’Unione europea. Oggi la maggioranza dei cittadini che scelsero questa strada è diventata minoranza, ma la scelta è stata fatta e poco conta qualunque forma di rimpianto.
Trump non capisce l’Europa, anche se ha origini europee, essendo suo padre di radici tedesche e la mamma era scozzese. Nonostante questi legami familiari, già nel corso del suo primo mandato aveva dimostrato un’incomprensione politica e culturale verso il Vecchio Continente e ora sembra aver peggiorato questo suo atteggiamento negativo.
Bisogna necessariamente prenderne atto e prepararsi alle necessarie contromisure, anche – in questa fase storica – per la profonda sua ambiguità nei confronti della Russia e l’assonanza verso un’estrema destra europea che sta vivendo in Europa un ciclo positivo. Il sovranismo di cui Trump è interprete, in un misto di demagogia, di populismo, di affarismo obbliga le forze democratiche europee a impegnarsi per svettare contro i rischi di un’involuzione democratica. Esiste una necessità di equilibrio contro gli estremismi e fa bene chi negli Stati Uniti spiega che certe derive trumpiane sono state originate dagli eccessi del woke negli Stati Uniti, erede del politicamente corretto.
Il movimento nato come una forma di consapevolezza verso le ingiustizie sociali e razziali, ha avuto un impatto significativo nel promuovere la giustizia sociale e i diritti civili. Tuttavia, in alcuni casi, l’applicazione estremizzata dei suoi principi ha generato critiche e accuse di eccessi. Questi episodi vengono spesso definiti “eccessi del woke” e possono includere azioni percepite come esagerate o controproducenti. Ecco alcuni esempi e ambiti in cui si sono verificati.
Esempi sono la cultura della cancellazione (Cancel Culture), il revisionismo storico spinto a livelli mai visti, il linguaggio inclusivo al limite del paradosso, stranezze nei programmi scolastici, eccessi nella scelta di privilegiare certe minoranze, approcci aggressivi per chi non segue le regole e via di questo passo.
Tutto grasso che cola per Trump, che è riuscito anche ad illudete con la logica di un’epoca d’oro per gli Stati Uniti, ingigantendo le paure degli americani.
Meglio essere spettatori consapevoli e tenerci stretta la nostra cittadinanza europea