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09 gen 2025

Quei nostalgici senza senso

di Luciano Caveri

Ogni tanto nella quotidianità mi tocca diventare pessimista. E, da ottimista, mi sento come chi finisca dentro le sabbie mobili e pian piano finisca per affondare e con la sola mano che esce in superficie, all’ultimo secondo, faccia un cenno di saluto, che pare uno sberleffo.

Vedo in televisione i neofascisti che a Roma levano il loro braccio nel grottesco saluto romano, in realtà mai esistito nell’antica Roma, e mi domando quale ignoranza possa spingere a questa operazione nostalgica.

Sarà che ho appena finito il penultimo romanzo di Antonio Scurati della serie su Mussolini. “L’ora del destino” descrive il drammatico periodo delle guerre perse dal Regime sino alla sfiducia del Gran Consiglio che fece cadere il dittatore. Assieme ai libri precedenti, questo volume racconta la follia di Mussolini, gli italiani scaraventati su diversi fronti di battaglia in modo scriteriato e omicida, le bassezze di un uomo mediocre che seppe con abilità e fortuna incantare le folle e portò l’Italia al disastro e alla vergogna.

Eppure oggi, anche con posti di responsabilità in politica, ci sono persone che o non conoscono la Storia oppure vivono di rappresentazioni del Ventennio che sono del tutto irrealistiche.

Che questo avvenga nel 2025 gela il sangue. Il 1925 – un secolo fa - fu un anno cruciale nella storia del fascismo italiano, poiché segnava la definitiva trasformazione dell’Italia in uno Stato autoritario ed è la logica conseguenza di un percorso che sin dall’inizio, per chi lo aveva capito, avrebbe portato ad una dittatura feroce e liberticida. Un fascismo “buono” è un’invenzione e chi oggi ne fa propaganda è in cattiva fede.

Esemplare il discorso di Mussolini del 3 gennaio 1925 alla Camera dei Deputati, in cui si assunse “la responsabilità politica, morale e storica” del delitto Matteotti, senza ammettere un suo coinvolgimento diretto. Oggi sappiamo bene che così non fu e il già citato libro di Scurati racconta come il Duce fu vittima di ricatti per decenni da chi guidò la squadra dei killer del deputato del Polesine, Amerigo Dumini. Quel discorso soppresse quel poco che restava della democrazia parlamentare e lo dimostrarono le successive ”leggi fascistissime”, che azzerarono le libertà politiche e civili con i leader dell’opposizione costretti all’esilio, arrestati o ridotti al silenzio.

Avviene in quel frangente il rafforzamento del culto della personalità di Mussolini: il Duce diventa nella propaganda opportunamente orchestrata una figura di guida infallibile per il popolo italiano. Tutto dimostrerà negli anni successivi esattamente il contrario, come da premesse della sua storia personale.

Colpisce come cento anni dopo ci siano idee di riabilitazione e di riscrittura di vicende storiche che invece emergono nella loro chiarezza.

Che questo avvenga in più in concomitanza con un mondo in cui personalità bislacche regolano gli equilibri mondiali lascia ancor più esterrefatti.

Di Vladimir Putin sappiamo ormai tutto e il suo popolo non si ribella e chi ci prova finisce assassinato. Donald Trump, Presidente nel Paese culla della più vecchia democrazia, sta già dimostrando con dichiarazioni stupefacenti (tipo che vuole prendersi la Groenlandia e annettere il Canada!). Fa impressione che da un voto popolare possano emergere personaggi inquietanti. Lo stesso vale per il dittatore cinese XiJinping, che nel suo Paese fa in solitaria quel che vuole ed è il volto del comunismo diventato dittatura dovunque abbia governato.

Si aggiunga la crisi della democrazia in tanti Paesi del mondo, compresa l’Europa e basti pensare all’estrema destra austriaca che si appresta a governare il Paese o a Victor Orban, che è una specie di infiltrato della Russia nel cuore delle Istituzioni europee. La Francia, anch’essa espressione degli albori della democrazia, è sotto scacco dagli opposti estremismi, che finiscono per somigliarsi.

Tutto ciò scuote e preoccupa in una confusione ben visibile anche nelle piazze italiane. Da una parte chi inneggia al Duce e dall’altra una sinistra estrema che manifesta pro Hamas, il volto feroce della teocrazia, dimostrando anche timidezze verso regimi terribili come quello iraniano.

Così ci si ritrova con i propri pensieri cupi in questi anni Venti del nuovo secolo e del nuovo Millennio. Avevamo sperato in orizzonti pieni di cose belle e ci ritroviamo con un’indicibile tristezza e con sguardi pieni di apprensione per il futuro.