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19 dic 2024

Letterina a Babbo Natale

di Luciano Caveri

Manca meno di una settimana a Natale e dunque, caro Babbo Natale, ti scrivo.

Forse non ho più l’età per farlo. Ma in fondo si resta sempre e per fortuna un po’ bambini per tutta la vita e dunque perché non approfittarne?

È bella quella frase di José Saramago che dice: “Lasciati guidare dal bambino che sei stato”.

Sono pensieri rivolti in primis alla parte laica del Natale e non dico commerciale per non essere offensivo. Tu stesso in fondo, se si scava, hai su di te molti elementi tradizionali, che ti nobilitano, come quel San Nicola di Bari che evita che tu sia marchiato solo come un prodotto Coca-Cola.

La mia richiesta è quella di un regalino semplice e complesso nello stesso tempo. Offro un indizio.

La parola “bacchetta” deriva dal latino baculum o baculus, che significa “bastone”. Questo termine indicava originariamente un pezzo di legno, un bastoncino o un’asta utilizzata per vari scopi pratici o simbolici.

Facile, no? Vorrei, anzi mi farebbe piacere se per Natale potessi avere una…bacchetta magica.

Ricordo che già i sacerdoti egizi utilizzavano strumenti rituali simili a bacchette per dirigere il potere divino durante le cerimonie.

Mentre nella mitologia greca e romana, divinità e figure magiche, come Ermes/Mercurio e Circe, usavano strumenti simili a bacchette. Ermes portava il caduceo, un bastone con due serpenti intrecciati, mentre Circe trasformava gli uomini in animali con un bastone magico.

Durante il Medioevo, la bacchetta comparve in testi esoterici e alchemici come strumento per canalizzare il potere magico. Nei rituali occulti, veniva utilizzata per invocare spiriti o tracciare simboli magici. I grimori medievali (i libri di magia) descrivevano l’uso delle bacchette come strumenti per controllare le energie soprannaturali, spesso fatte di materiali specifici come legno di nocciolo, salice o quercia.

Nel folklore europeo, le bacchette magiche sono spesso associate alle fate e alle streghe. Le fate utilizzavano bacchette per esaudire desideri o lanciare incantesimi, mentre alle streghe veniva attribuito l’uso per i loro rituali.

La bacchetta appare frequentemente nelle fiabe, tipo Fata Madrina che trasforma zucche in carrozze o vestiti in abiti da ballo in Cenerentola.

Caro Babbo Natale, spero di non scandalizzarti se segnalo il valore simbolico, certo non magico, del pastorale, il Il pastorale è un bastone cerimoniale utilizzato nella liturgia cristiana, principalmente in ambito cattolico, ortodosso e anglicano. Esso è un simbolo importante del ministero pastorale e dell’autorità spirituale di coloro che lo portano, come vescovi e abati.

Per carità, torno subito alla bacchetta magica e cito, per farmi perdonare, Papa Francesco: ”Il Signore fa grandi cose con la nostra pochezza [...]. Egli non compie prodigi con azioni spettacolari, non ha la bacchetta magica, ma agisce con cose umili. Quella di Dio è un'onnipotenza umile, fatta solo di amore. E l'amore fa grandi cose con le piccole cose”.

Questo è il Natale, quando si scriveva - come io facevo - a Gesù Bambino e tu, Babbo Natale, non eri il mio interlocutore Però ora ti chiedo la bacchetta magica per poter svelare tutti coloro che - e temo siano in numero crescente - sono bugiardi e mi piacerebbe scovarli con maggior facilità con la bacchetta magica.

Magari con un bel cambio di colore con tinta sgargiante, che è sempre meglio del naso che si allunga come capitava a Pinocchio.

Buon Natale!